che cos’è il perdono

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che cos’è il perdono

Il perdono è una pratica antichissima, conosciuta fin dalle civiltà più remote, anche se comunemente lo si associa alla tradizione religiosa giudaico-cristiana.
 
Fino a pochi decenni fa il perdono era oggetto di riflessione solo da parte di teologi e religiosi. Oggi anche la scienza ne studia i benefici fisici e psicologici.
 
Si è visto che il perdono serve a diminuire il rischio dello sviluppo di malattie cardiache e disturbi mentali, scatenati dal ricordo ossessivo di ciò che ci ha fatto male.
 
In psicologia lo si reputa uno dei mezzi più efficaci a disposizione dell’individuo per superare il senso di colpa, il risentimento, il senso del peccato e garantire l’equilibrio e il benessere psichico.
 
Ora ci sono religiosi, teologi, psichiatri, psicoterapeuti che sono concordi nel considerare il perdono uno strumento terapeutico di straordinario contributo, efficacia, validità, in moltissimi casi tra i quali: abusi sessuali, aborti, malattie terminali, relazioni in crisi, dipendenze...
 
Le neuroscienze hanno evidenziato le aree cerebrali attraverso cui il perdono agisce, mostrando gli effetti positivi che ha sul comportamento umano.
 
Quindi perdonare fa bene.
 
La scienza lo raccomanda per il benessere e l’equilibrio psico-fisico.
 
La religione per purificarsi dal peccato e liberarsi dal male.
 
Ma è questo il significato profondo del perdono? Una terapia e/o un atto di penitenza?
 
Se lo si comprende profondamente si vede che il perdono conduce all’esperienza dell’unità originaria del nostro essere, oltre la percezione illusoria dell’esistenza di una realtà separata. Il perdono ci porta al di là di questa frattura.
 
Il perdono, secondo il modello del My Life Design Foundation fondato da Daniel Lumera, non è una tecnica o un atto puntuale, ma un vero e proprio processo interiore in cui si attraversano diverse fasi, per ristabilire uno stato di unione, dove non esiste più la polarità “positiva” e “negativa”.
 
Le fasi di questo processo sono: accusa; responsabilità, gratitudine, amore (vedi scheda)
 
Queste fasi conducono, attraverso un percorso intimo, a divenire consapevoli dei propri conflitti imparando a riconoscerli come opportunità di crescita, come strumenti e mezzi e non come ostacoli.
 
Man mano che questo avviene tutto ciò che era proiettato verso l’esterno (avvenimento, emozione, pensiero…) viene spontaneamente ricondotto all’origine interiore e la persona riesce ad assumersi la piena responsabilità di ciò che sente, che prova e che fa.
 
Una volta che la persona è centrata su se stessa, scopre di essere capace di trasformare l’odio, il dolore, il rancore in Amore e diventa un alchimista di se stesso, consapevole che le ombre sono solo il testimone della presenza della luce.
 
Con il perdono emergono cambiamenti straordinari e una consapevolezza superiore, tanto che la risoluzione di un conflitto o problema diventa solo un effetto collaterale di un’apertura di coscienza molto più ampia.
 
Il perdono diventa allora un potente strumento di realizzazione che permette di liberarsi dalla sofferenza, dall’odio, dalla rabbia, dal dolore e da tutto ciò che non consente alla felicità naturale dell’essere umano di esprimersi.
 
Perché – questa è la bella notizia – la felicità è la condizione naturale dell’essere umano che ti arriva dal solo fatto di ESISTERE!
 
Bibliografia:
  • I 7 passi del perdono – Daniel Lumera – BIS
  • La cura del perdono – Daniel Lumera – Mondadori
  • L’arte di far succedere le cose – Daniel Lumera – ROI Edizioni